La figlia unica
Leggendo “La figlia unica” di Guadalupe Nettel mi sono venute in mente le donne multitasking. Mogli e madri che lavorano, sono fisicamente in forma, tengono la casa pulita come uno specchio, cucinano da Dio comprese torte da alta pasticceria e tirano su figli impeccabili. Le ho sempre ammirate, non essendo io capace di tanta abilità. Ma mentre leggevo il romanzo di Nettel (edito da La Nuova Frontiera ) ho pensato che queste donne non sono da emulare – non perché non sia bello o importante fare tutte queste cose, e bene: certo che lo è. Però esaltare questa perfezione (come ho sempre sinceramente fatto io) equivale a sminuire chi così non è per indole, minori qualità e, non in ultimo, magari perché non vuole. Agli uomini questa pluricompetenza non è mai interessata: quelli che oggi riescono a portare avanti la carriera e pure cucinare e cambiare pannolini non sono modelli per il loro genere, ma persone che lo scelgono. Mentre gli altri – i maschi eccellenti professionisti ma disordinati...