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Baby Reindeer

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Una volta, parlando di un’altra persona, un amico mi disse che quello aveva proprio l’aspetto di uno che eccetera eccetera. Un’altra volta dissero qualcosa di simile su di me – però direttamente a me, e lo apprezzai – cioè che io davo l’impressione di essere una persona facile da sopraffare. Ma il concetto per qualcun altro si declinava in modo diverso: io appaio come una persona spesso in difficoltà e che però ispira voglia di proteggerla, andare in suo soccorso. Aggiungendo che la mia è una caratteristica molto femminile con doppia interpretazione – da una parte attraente, dall’altra capace di far leva su una sorta di gattamortismo ovviamente fintissimo e con finalità opportunistiche. Sono considerazioni emerse dalla mia memoria dopo aver visto la serie tv Netflix “Baby Reindeer”, e che mi hanno fatto pensare che quelle catalogazioni di persone (spesso su lombrosiane caratteristiche fisiche ma anche basate su posture, movenze, gestualità e timbro di voce) traducono ciò che il protago

Otto Marzo, appunti sparsi dall'anno 2024 delle donne

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Appunti sparsi sull'Otto Marzo. Mai come quest'anno mi sono accorta della doppia lettura obbligata di questa data, binari paralleli che c'entrano poco o nulla con le origini della Giornata internazionale della donna. Ed ecco il poco e il nulla.

Povere creature!

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Finalmente siamo riusciti a vedere anche in Italia “Povere creature!” di Yorgos Lanthimos, e adesso tutti vogliamo parlarne. Campione di botteghino annunciato, questa smania di commentarlo, consigliarlo, dirsene entusiasti o delusi, è di per sé un successo per il regista greco.

Anatomia di una caduta

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Sembra di essere dentro le pagine di un libro di Durrenmatt, invece è un film per il quale non a sproposito è stata usata la parola capolavoro. Dopo la palma d’oro a Cannes e il reminder alla Festa del cinema di Roma, “Anatomia di una caduta” di Justine Trier finalmente arriva nelle sale italiane con la fama di thriller psicologico – che ci sta, acchiappa ed è un’astuzia pubblicitaria comprensibile contro il rischio che un film con aura di femminismo e suggestioni letterarie potesse allontanare un pubblico che in gran parte non ha mai troppa voglia di tematiche impegnative e soprattutto di farsi avviluppare in pensieri angosciosi.

Di violenza, genitori, figli e donne sotto accusa

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Chi scrive ha urgenza di conoscere, capire, entrare nelle pieghe dell’umanità. Sono andata a guardare i profili social dei ragazzi del branco di Palermo, e in quello del più giovane ho cercato a ritroso nelle foto del passato.

Barbie

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Anche Greta Gerwig da bambina ha giocato con Barbie, come me e tante donne della mia generazione, che credo sia stata quella del passaggio più lungo dall’infanzia all’adolescenza, dove la comfort zone delle bambole è stata dilatata e difficile da abbandonare. 

Mixed by Erry

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Se qualcuno che è stato ragazzo negli anni Novanta ascoltavo nelle cuffiette del mitico “gelosino” una cassetta con brani a richiesta realizzata dall’amico che se ne intendeva di tecnologia, se una di noi ex adolescenti ha ricevuto in dono quella musica artigianale dal tipo che le faceva il filo (sì, qui crush non c’entra niente, è questo il gergo giovanile giusto per l’argomento), è stato grazie al leggendario dj Erry, l’inventore dei nastri contraffatti.