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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

Vorrei essere un'anatra

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Ripropongo qui la mia recensione del romanzo "Vorrei essere un'anatra" di Roberta Nina Bianchin , pubblicata sul Quotidiano del Sud  

Una donna promettente

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Varrà la pena di vederlo al cinema soltanto per salutare con un applauso collettivo in sala la scena finale di “Una donna promettente”, film di Emerald Fennell con la strepitosa Carey Mulligan, che corre agli Oscar per cinque nomination di peso (film, regia, attrice protagonista, sceneggiatura e montaggio). La regista, esordiente, ha girato il suo film in 23 giorni al settimo mese di gravidanza ed è la prima donna britannica ad ottenere la candidatura, il che già basterebbe per farne un’opera orgogliosamente femminista. Sarebbe semplice definirlo tale perché è un film che parla di stupro, ma la novità è il modo in cui Fennell sceglie di raccontare una ferita che per le donne rimane aperta e bruciante anche dopo anni di attivismo, rivendicazioni e leggi. 

Pieces of a Woman

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Un film costruito unicamente sulla bravura di un attore è di solito destinato al fallimento. Non può bastare e i registi che invece lo pensano tradiscono un immaturo narcisismo, facilmente smascherato dallo spettatore. Ma non è il caso di “Pieces of a Woman”, il bel film dell’ungherese Kornél Mundruczó con Vanessa Kirby, folgorante nel ruolo di una donna che vede morire la figlia pochi attimi dopo la nascita.

"Transito", Aixa de la Cruz cambia idea

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Ripropongo qui la mia recensione di "Transito"  di Aixa de la Cruz, edito da Giulio Perrone , pubblicata sul Quotidiano del Sud

Robertina Manganaro, nuove questioni di stile

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La mia intervista a Robertina Manganaro è stata pubblicata sul Quotidiano del Sud . La foto in bianco e nero del post è di Giovanni Gastel

Chiara Ferragni, icona femminista

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Per molta gente continua ad essere una biondina già ricca di suo che ha fatto i soldi postando scemenze su Instagram, ma Chiara Ferragni è tutto tranne una strafiga viziata senza cervello. E insomma, ora lo dico. Sto parlando di femminismo, addirittura. Sì, alla fine proprio Chiara - quella che non è chiaro a nessuno che lavoro faccia tranne postare selfie chiappe al vento - è la più femminista di tutte e non perché ogni tanto se lo scrive sulle t-shirt. Non è un fatto dell'ultima ora, sebbene la Ferry stia oggi vivendo un nuovo, strepitoso balzo in avanti di popolarità dopo la nascita della tenerissima Vittoria. Era sempre lei l'idolo assoluto del girl power, fresca mogliettina, a mandare al diavolo Fedez quando il rapper ironizzava sulle sue camicie spiegazzate. "Io non stiro", rispose definitiva Chiara, e per me fu mito assoluto. 

Il Nostos di Giancarlo Cauteruccio

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  Questa mia intervista a Giancarlo Cauteruccio è stata pubblicata sul Quotidiano del Sud

Il catcalling non è come chiamare dolcemente un gattino

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L’abbiamo capito, la definizione catcalling vi sta facendo molto ridere a giudicare dalla mole di sfottò sui social, dove la simpatia più gettonata è tradurre all’impronta, quindi alla fine che sarà mai – è una maniera vezzosa di chiamare il gatto, vero? Giusto, infatti il termine viene proprio da lì, dai versetti e bacini con cui si attira un animaletto domestico, molto simili a fischi e altri borborigmi emessi da tamarri di varie latitudini e generazioni per manifestare gradimento verso la donna di turno, che, mentre si fa gli affari suoi per strada, al parcheggio del supermercato o alla fermata dell’autobus è raggiunta da tali suoni.