Varrà la pena di vederlo al cinema soltanto per salutare con un applauso collettivo in sala la scena finale di “Una donna promettente”, film di Emerald Fennell con la strepitosa Carey Mulligan, che corre agli Oscar per cinque nomination di peso (film, regia, attrice protagonista, sceneggiatura e montaggio). La regista, esordiente, ha girato il suo film in 23 giorni al settimo mese di gravidanza ed è la prima donna britannica ad ottenere la candidatura, il che già basterebbe per farne un’opera orgogliosamente femminista. Sarebbe semplice definirlo tale perché è un film che parla di stupro, ma la novità è il modo in cui Fennell sceglie di raccontare una ferita che per le donne rimane aperta e bruciante anche dopo anni di attivismo, rivendicazioni e leggi.