Le ho provate tutte - storie di diete e di insuccessi


L’estate, con il caldo che toglie la fame, è il periodo propizio per le diete. Ma Patrizia Caldonazzo liquiderebbe subito come luogo comune dei più ritriti quest’asserzione, che pure ha un suo fondo di verità. Lei di diete decisamente ne sa qualcosa, come racconta nel libro “Le ho provate tutte! ” (edizioni Undici), dove il titolo è già un’ammissione di... resa. Sì, perché Caldonazzo, detta Papy (regista televisiva, redattrice e autrice) precisa che il suo memoriale è una “storia di diete e di insuccessi”, iniziata in giovanissima età quando la fanciulla – viso angelico, occhioni chiari, chioma fluente e una figura notevole in termini di centimetri – si convince di non piacersi affatto.

Tutta quella bellezza non bastava: Papy impara presto che alle donne è richiesto di essere non meno che perfette, e le sue ginocchia e gambe non abbastanza affusolate diventano il grande nemico sulla strada dell’esteriorità ideale. Aggiungiamo che in casa la ragazza aveva nientemeno che una madre ex ballerina del Lido (la soubrette Leontine Snell) e una sorella altissima e supermagra, l’attrice Nataly. Con simili ultracorpi quotidianamente davanti agli occhi, impossibile di fronte allo specchio non farsi tentare dal diavoletto del paragone. Così, quando i chili si accumulano, l’unica soluzione è provvedere a suon di specialisti, programmi alimentari da combattimento, gruppi di sostegno psicologico, ritrovati salutisti e cosmetici vari.
Il libro è un diario autoironico che sceglie i toni del buonumore ma non rinuncia a riflessioni sull’accettazione di sé e l’amletico dilemma tra essere e apparire. Anche grazie a una buona disponibilità economica per finanziare le più innovative scoperte nel campo della dietologia (va detto, certi consulti medici e relativi farmaci non sono alla portata di tutti) Patrizia non ne perde una. Si vira sul vintage rievocando la mitica Weight Watchers e le creme scioglipancia della pasionaria Wanna Marchi (ricordo quante maledizioni le mandò mia nonna quando, dopo pervicaci applicazioni, capì senza più illusioni, che si trattava di una truffa…), al cui cospetto telefonico Caldonazzo perse ogni baldanza di reclamo, sopraffatta dall’emozione di parlare in diretta tv con la rossa imbonitrice e la frenetica figlia Stefania. Tra un esperimento e l’altro, nell’avventurosa conquista del giusto peso non sono mancati incidenti tragicomici e imbarazzanti, come gli effetti collaterali dei clisteri al caffè durante una vacanza romantica in Turchia; o gli stressanti occultamenti di pillole e accessori da dieta durante le occasioni sociali. Una delle costanti di questa romanzesca serie di cure è stata infatti la vergogna: fidanzati e amici non dovevano sapere, almeno fino all’arrivo dell’amore vero, che oggi è marito di Patrizia e padre di un figlio adolescente. Negata a tutti gli altri la condivisione delle proprie debolezze, e ben a ragione se uno di loro era uno stronzissimo poeta che, trascorsa la fase dell’idillio, prese a suggerire alla compagna l’uso di sale dietetico, oltre che di diversi aggiustamenti estetici.
In realtà Papy non ha mai avuto bisogno di dittatoriali consiglieri di bellezza … il più spietato Dr. Nowzaradan per lei è stata se stessa da quando, ventiduenne, si è sottoposta alla prima dolorosissima liposuzione e fino alla decisione estrema, l’intervento di sleeve gastrectomy che le ha “tagliato” l’80% dell’addome. Insomma, roba forte, sempre autoinflitta e ogni volta infranta contro l’inappellabile sentenza della ciclica ripresa dei chili perduti. La voglia di mangiare, la seduzione esercitata dall’aroma dei cibi sono troppo forti. Ed entri in un supermercato con un’oculata lista della spesa ma ne esci con il carrello carico di dolci, merendine e junk food che poi divorerai di nascosto come una ladra. Ed è un’altra idiozia - almeno per Papy - la leggendaria inappetenza causata dall’innamoramento. No, la Caldonazzo in love mangia di gusto e pure immagina situazioni gastronomiche di coppia, non certo a favor di dieta. Del resto, come insegnano i giochini erotici di Kim Basinger e Mickey Rourke in “Nove settimane e mezzo”, cibo ed eros sono assolutamente complici, dunque nel caso specifico si è giustificati e con piacere. Al massimo, sull’argomento metodi alternativi, potremmo dare ragione all’ineffabile Woody Allen che indicava l’ansia, quella sì, come imbattibile alleata del dimagrimento.
Come ricorda nella prefazione del libro Catena Fiorella, il fulcro della questione è volersi bene. In assenza di questo, qualunque cambiamento si faccia, perfetti non ci si vedrà mai. Patrizia Caldonazzo ammette una radicata inflessibilità sul tema, lei convinta esteta che ha anche disprezzato i grassi, snobisticamente aborrendone la vista. Ma oggi, varcata la soglia dei cinquant’anni, fa ammenda: senza rinnegare i tentativi fatti per raggiungere il miraggio della bellezza, ha imparato che l’ossessiva ricerca della perfezione distrugge. Una meta intanto irreale (chi mai ci è davvero riuscito, e per quanto tempo?) soprattutto manca l’obiettivo ultimo, che è per tutti, magri o grassi, la felicità. A questo punto, come saggiamente diceva la Sora Lella, “ma famme mangnà, ma che me frega!”

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