Max Gazzé On the Road Tour

Questa mia recensione di On The Road Tour di Max Gazzé è stata pubblicata oggi sul Quotidiano del Sud


REGGIO CALABRIA - Per Max Gazzé l’amore è antidoto potente a tutti i mali, una pulsazione di cuori all’unisono attraverso la corrente della musica. Parafrasando Sant’Agostino, ama e fa’ quel che vuoi e Max offre la sua versione spiegando che “c’è bisogno di amore e pace, e se anche cantare per voi può raggiungere un pochino questo obiettivo io sono felice… e vi dedico tutta questa gioia e questa speranza”. Così il cantautore romano ha salutato il pubblico della città dello Stretto, dove si è esibito al Castello Aragonese (blindato con transenne e militari) per la rassegna Fatti di Musica promossa da Ruggero Pegna. Un ritorno dopo cinque anni, dichiaratamente affettuoso: “Essere di nuovo a Reggio è molto bello per me, arriviamo sempre all’ultimo momento ma vorrei avere il tempo di restarci di più, è un posto speciale”. Il pubblico è quello degli affezionati - classe Settanta per lo più, ma anche tanti ragazzi e bambini (fidelizzati da Sanremo e dintorni televisivi). 
Il tour “On the Road” anche nella tappa reggina promette e mantiene una quasi totale immersione nella carriera dell’artista. Sul palco con lui la formazione collaudata composta dal chitarrista Giorgio Baldi, Cristiano Micalizzi (batteria), Clemente Ferrari alle tastiere e il trombonista Max Dedo con la sua eclettica sezione di fiati, alla quale sono state affidate introduzioni di grande virtuosismo. I colleghi e amici di una vita, con i quali l’affiatamento è gioioso e naturale. Gazzé racconta l’ispirazione di ogni brano – sebbene il pubblico quelle storie le conosca già, così come i testi cantati e sottolineati da onde di mani alzate al ritmo della musica. Con le torri del Castello alle spalle, la scenografia è una contaminazione visiva d’impatto: tre schermi mandano immagini colorate e giochi di luci psichedeliche con un gusto vagamente da pop art. I pezzi storici del cantautore ci sono tutti: “I tuoi maledettissimi impegni”, “Il solito sesso”, “Raduni ovali”, “Annina” (indirizzata, vista la data del concerto, alle Anne santificate in quel giorno); “Cara Valentina”, “Il timido ubriaco”, “Vento d’estate”, il sanremese “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”. Oltre due ore di performance durante le quali Gazzé non ha lesinato le note acrobazie al basso, dialogando con i colleghi di scena su botta e risposta scoppiettanti. I pezzi sono reinterpretati in modo originale, echeggiando reminiscenze progressive, ma anche nella dolcezza accentuata delle ballate più famose. Tutto conosciuto e caro, eppure nuovo. Una piccola uscita strategica della band fa salire l’attesa dell’ultima parte del live, quella che, dopo richiami e battimani, ha finalmente regalato al pubblico la cavalcata di “Sotto casa”, “Ti sembra normale”, “La favola di Adamo ed Eva”, e le amatissime “La vita com’è” e “Una musica può fare”. Mentre i fuochi d’artificio virtuali esplodono sugli schermi, il finale è imposto con il tormentone radiofonico “Posso”, cover di Carl Brave, anche lui in arrivo a Reggio il 6 agosto, sempre per Fatti di Musica.

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