Nicky Nicolai e Stefano di Battista a Cetraro

Questa mia recensione sul concerto di Nicky Nicolai e Stefano Di Battista a Cetraro per Peperoncino Jazz Festival è stata pubblicata oggi sul Quotidiano del Sud






CETRARO (CS) – Scherzano inscenando simpatiche scaramucce coniugali Nicky Nicolai e Stefano Di Battista, ma soprattutto giocano con la musica a Cetraro, dove hanno concluso la sezione del Peperoncino Jazz Festival ambientata nella splendida località del Tirreno cosentino. La coppia di artisti (lei gran voce e indiscutibile presenza scenica, lui sassofonista d’eccellenza del jazz italiano) si è esibita nell’antico Palazzo Ciro del Trono davanti a un pubblico socio e coprotagonista del concerto tra battimani, vere e proprie seconde voci corali dei brani e divertite complicità nelle gag con cui i due si sono simpaticamente punzecchiati mentre proponevano un repertorio molto popolare e di storia della canzone. 
Insieme a loro gli amici Andrea Rea al pianoforte, Dario Rosciglione al basso ed Elio Coppola alle percussioni: una formazione di professionisti capaci di improvvisazioni briose e pure un po’ sui generis, quanto basta per trasformare una performance jazz in un’allegra conversazione musicale con la platea, meno da cultori e piuttosto rivolta agli amanti della melodia tout court. L’atmosfera è di alleanza sentimentale e si vince facile con i brani scelti e i continui rimandi all’estate, i sogni e i ricordi. Orgoglio italiano nel cuore, innanzitutto. In scaletta “Tutto passa” (disco d’esordio di Nicolai); le sanremesi “Più sole” e “Che mistero è l’amore”, che valse la vittoria nel 2005 nella categoria gruppi; poi grandi classici come “Se stasera sono qui” di Tenco (nel presentarlo la Nicolai ricorda con sensibilità tutta femminile la sua inteprete Mina, “una grande donna che nella vita privata e in amore ha avuto il coraggio delle sue scelte, allora scandalose e non condivise, anche pagandole personalmente) “Ancora” di De Crescenzo, “Quando” di Pino Daniele, oltre all’omaggio a Lucio Dalla con “Attenti al lupo” e una “Piazza grande”, che sfuma in un audace assolo drums cubano del folle Coppola con Di Battista assistente altrettanto scatenato. Libera interpretazione, carta bianca come richiede l’etichetta jazz: la band non si fa pregare, né si pone limiti reverenziali. Nicolai e Di Battista fingono di dissentire sulla direzione da dare ai singoli pezzi, poi lasciano spazio alle contaminazioni del pubblico, cedono volentieri il palco, si abbandonano al piacere dell’esecuzione estendendo ogni brano in rivoli di sfumature armoniche imprevedibili. A decidere sono l’ispirazione del momento, il gradimento della platea, le suggestioni della musica stessa, che è, lei sola, padrona assoluta. Lunghissima “Coco Chanel”, composizione di Di Battista contenuta nell’album “Woman’s Land” (scritto come tributo alla figura della donna) che oltre alle note del suo sax mozzafiato, ha beneficiato di duetti con spettatori precettati dal musicista durante le frequenti incursioni piratesche (e molto gradite) tra le poltroncine. Chiusura con un’originale versione di “Volare” di Modugno, tra vocalizzi acrobatici e qualche divertissment mimico di Nicky Nicolai, fino al temerario innesto con il celebre riff di “Billie Jean” di Michael Jackson. “Se riusciamo a fare questa cosa qui ci perdoneranno tutte le follie di stasera e diventeremo ospiti fissi del Peperoncino Jazz Festival”, lancia Di Battista ammiccando a Sergio Gimigliano e Francesca Panebianco, ideatori della manifestazione itinerante che concluderà agosto con appuntamenti in tour tra Reggio Calabria, Soveria Mannelli, Lamezia Terme e San Basile.


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