Virus, cinema e realtà


Psicologi e psicoterapeuti sono stati chiari. Chi sta vivendo stati d’ansia importanti a causa del panico da virus deve stare alla larga dal bombardamento di notizie, chat allarmiste, ipotesi di complotti, sussurri e grida. Dunque, se appartenete a questa categoria, non leggete questo post.

Se invece pensate che le paure si vincano anche esorcizzandole (e se siete ovviamente nelle condizioni psicologiche per farlo), potete fare una full immersion nei film di genere catastrofico che raccontano di letali pandemie.
 Non parlerò di pellicole prettamente di fantascienza, dove i virus arrivano dallo spazio, perché la lista sarebbe infinita e comunque sono film che non hanno lo stesso impatto emotivo di trame dove invece la malattia sconosciuta e mortale si sviluppa tra esseri umani e non esistono supereroi capaci di rispedire il nemico a casa sua liberando il pianeta Terra.
Unica eccezione devo farla per “Il demone sotto la pelle” (1975) di John Carpenter, capolavoro che immagina la creazione in laboratorio di un parassita il quale, risvegliando negli ospiti gli istinti repressi, dovrebbe servire a studiare e curare alcuni traumi psichici. Ma il soggetto scelto (a sua insaputa) per testare l’esperimento, una ragazzina tredicenne, svilupperà comportamenti sessuali voraci e promiscui, trasmettendo il parassita - che nel frattempo è mutato distruggendo le cellule dei corpi dove si annida - a tutti i suoi partner e avviando un’epidemia.
Tolti mostri e morbi alieni, il più famoso tra i film dedicati a virus terreni è “Contagion” di Steven Soderbergh, che proprio qualche giorno fa è stato inopportunamente messo in onda su Canale 5 alla vigilia della Fase2 scatenando sentimenti di angoscia collettiva negli spettatori italiani.
Girato nel 2011 con un cast all star (Kate Winslet, Matt Damon, Jude Law, Lawrence Fishburne , Marion Cottilard e Gwyneth Palthrow), fa una certa impressione perché sembra parlare in modo preciso, e con diversi anni di anticipo, di quello che stiamo vivendo oggi. Tra fattore R-0, Cina, quarantena, esodi selvaggi, pipistrelli untori e ambigue sperimentazioni vaccinali, non si può negare che le similitudini siano tante e un po’ inquietanti. Ma occorre ricordare che le modalità di diffusione e analisi dei virus scientificamente sono sempre le stesse e note da secoli, e che il film risale all’epoca dell’influenza H1N1 – circostanze che mettono in pace con l’ipotesi ansiogena che il Covid19 sia stato in qualche modo previsto e tenuto segreto dalle potenze mondiali … e smascherato addirittura da Hollywood.
Nel film di Soderbergh, a cavalcare l’onda del grande inganno contro le folle ignare è un furbo blogger che si arricchisce spacciando l’estratto di forsizia come cura miracolosa, e si tratta dell’unico elemento del plot davvero realistico: mai fidarsi di guru improvvisati che fomentano anarchia quando c’è di mezzo la salute e soprattutto quando i suddetti profeti chiedono soldi.
Altra trovata geniale è la scelta di identificare il paziente 0 con un’infamissima fedifraga (Palthrow), che appesta il mondo per un incontro fugace con l’ex durante un viaggio di lavoro e, tornata a casa come niente fosse provoca, contagiandolo, anche la morte del figlioletto: una punizione divina forse troppo spietata, ma che almeno consente agli spettatori di odiare senza sensi di colpa quella che altrimenti sarebbe stata una incolpevole vettrice del virus…
Il resto è un’americanata classica, molto ben fatta, ma se finora abbiamo riso di certe storie apocalittiche partorite dalle menti degli sceneggiatori Usa, forse dovremmo iniziare a scusarci e ammettere che avevano ragione loro… “quel” mondo non è così improbabile adesso che ci siamo dentro.
Se “Contagion”, per la sua ambientazione statunitense, non bastasse, guardate “The Flu” (2013) di Kim Sung-su. Film coreano di qualità scadente, dove l’atmosfera di immedesimazione è più intensa proprio per la provenienza asiatica.
Qui i riferimenti scientifici sono pochi e si lavora molto di fantasia: l’importante è che però, sconfitti i cattivi, si giunga al lieto fine con un vaccino risolutore e l'immancabile love story tra i protagonisti-eroi. Una citazione va fatta per i risvolti politici, involontariamente comici, con il presidente sudcoreano che alza la voce contro i soliti potenti Americani&co, che, anziché curare, vorrebbero sacrificare la cittadina-focolaio di Budang, decimandola in lockdown fino alla scomparsa totale del virus insieme a tutti gli infetti.
Andando indietro nel tempo, ricordiamo poi un grande regista, Wolfgang Petersen, che nel 1995 firmava “Virus letale”, scegliendo anche lui come Soderbergh attori divi (Dustin Hoffman, Morgan Freeman, Kevin Spacey, Donald Sutherland e un non ancora idolatrato Patrick Dempsey).
 Stavolta siamo in piena guerra batteriologica con precisi scenari di fantapolitica legati ai fantasmi della storia americana (leggi Vietnam). Ma non manca la mano micidiale e vendicatrice della natura, per il tramite di una innocua scimmietta che diffonde un nuovo mortifero simil-ebola.
Completamente diverso è il film di M.Night Shyamalan “E venne il giorno” (2008) con Mark Wahlberg e John Leguizamo, che regala i brividi di suspence cerebrale di cui questo regista è maestro, con una perfetta cornice soprannaturale (altro marchio distintivo di Shyamalan).
Il virus infetta le menti dei newyorkesi inducendo a pazzia e suicidio in modo repentino e incontrollabile. Scappare è inutile: poiché il male è stato generato dalla natura (risiede in alcune piante), esso scomparirà solo per volontà dell’universo. Ma il monito è stato chiaro. Continuate a inquinare, ferire e violentare l’ambiente e le conseguenze saranno terribili. Infatti, quando i contagi sembrano essere finiti, a Parigi un giovane inizia a barcollare e stramazza a terra…

E adesso una postilla che potrebbe turbare i più sensibili. Qualche giorno fa Scott Z. Burns, sceneggiatore di “Contagion”, ha dichiarato che all’epoca del film, uno scienziato consultato per dare veridicità allo script gli avrebbe fatto una rivelazione: quel virus potente esiste, proprio come lo state raccontando voi, e non sappiamo quando ma prima o poi esploderà…
Pensierino malfidato: e se insieme ai tanti filmetti sul coronavirus in lavorazione, dopo queste sconvolgenti parole arrivasse ora l’annuncio di un sequel di “Contagion”?

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