Montalbano pazzo d'amore e l'ultimo treno, feroce e crudele, per la felicità


Adesso posso dirlo: non ho visto l’ultimo film della serie televisiva del commissario Montalbano per una precisa volontà. Conoscevo la storia del “Metodo Catalanotti” e al fattaccio non volevo assistere: un po’ mi sentivo infantile, ma ho dovuto ammettere a me stessa che non avrei sopportato l’immagine di un Montalbano che improvvisamente perde la testa per una giovane collega al punto di lasciare (anzi farsi lasciare, e per telefono, come il peggiore dei bastardi) la storica fidanzata Livia e soprattutto la sua Vigata. 
Tristissimo. No, Salvo in crisi da andropausa sottone per la nuova collega, non ce la potevo fare. Mi sentivo cretina, ma ho girato canale. Con stupore ho scoperto che non ero l'unica bimbaminkia a turbarmi per i dolori del vecchio Montalbano: il mattino dopo la messa in onda della fiction sui social è stato un corale passaparola di “fitusu”, “mischinu” e “fetente” all’indirizzo del povero commissario vittima d’amore. Insomma, in questo mondo di cinici e bastardi, non ero da sola a gridare vendetta, anzi. Quasi dieci milioni di telespettatori incollati al video e una generale rivolta contro quel tradimento consumato ai danni dell’Italia intera.
A far le spese dello shitstorming è stato ovviamente il volto cinematografico di Montalbano, Luca Zingaretti (che ha ereditato anche la regia del film dopo la scomparsa di Alberto Sironi), ma il vero responsabile del misfatto non c’è più. Lettori e fan sconvolti vorrebbero tanto chiedergli: maestro Camilleri, come hai potuto? Eri forse impazzito quando decidesti (passato remoto siculo) di trasformare il leale, granitico Salvo Montalbano - l'uomo che non deve chiedere mai - in un comunissimo maschio di mezza età che si lascia irretire dalla fresca promessa di un’amante, toccasana di un ritrovato ultimo giro di giostra sentimental-sessuale?
C'è un'aggravante. Il film tv è stato trasmesso l'8 marzo, e a molte donne è parsa inopportuna quella vicenda che celebrava in prima serata uno dei cliché più maschilisti di ogni epoca - l'uomo che senza eccessivi rimorsi abbandona dopo anni la compagna per una partner più giovane. Non è la prima volta in verità che Montalbano si concede qualche scappatella, sempre perdonato dalla comprensiva Livia. Ma a nessuno quei trascorsi erotici hanno mai dato fastidio, prevalendo la complicità verso il virile commissario corteggiato dalle Belen, Serena Rossi e Valentina Lodovini di turno, femmine di lusso che destano ammirazione nelle donne e invidia cameratesca negli uomini. Eccolo, un altro pilastro della cultura patriarcale: e che sarà mai... l’uomo, si sa, è cacciatore e in questo caso concorre alla tentazione pure il dna focoso del siciliano. Stavolta, però, le cose sono ben diverse. Se sarebbe stato stronzo ma veniale abbandonarsi alla passione cornificando la Livia nazionale, qui addirittura il commissario si è innamorato. Roba seria assai: per la bella Antonia (Greta Scarano) che come tutti i giovani vuole realizzarsi nella carriera e partire verso futuri, luminosi lidi, lui è pronto a fare le valige. Scusate, ma non può essere: Montalbano senza la Sicilia non esiste. Questa è una delle poche certezze incrollabili della vita, e oggi di certezze abbiamo un disperato bisogno – anche se sono lievi sogni catodici e letterari.
In un altro celebre caso, il capolavoro “Misery non deve morire” di Stephen King, l’incauto romanziere che voleva sopprimere la sua eroina da best seller, stava per rimetterci le penne, punito da una lettrice psicopatica. Infatti Zingaretti era consapevole del rischio. Camilleri e Sironi gli hanno mollato una patata bollente. “Il metodo Catalanotti” è un capitolo inusuale della saga, lo scrittore di Porto Empedocle qui spariglia le carte- anche il suo personaggio, come lui, si avvia alla vecchiaia e la sbandata per una donna giovane e sensuale è un risarcimento ad anni di razionalità, compostezza, emozioni che non osano riscaldarsi oltre il limite consentito. L’amore che travolge Montalbano è nuovo e mai provato prima, quell’intensità sconosciuta è una sferzata irresistibile. Potrebbe sottrarsi, certo. Ma non lo fa perché la sua età è un monito: se rifiuta, non ci sarà una seconda occasione. La vita non concede il bis. Serve troppo coraggio per privarsi di ciò che non si ha mai avuto. Qualcosa che arriva sull’orlo dell’esistenza ed è così bello che non si riesce a rinunciare. Neanche se rinunciare è la decisione corretta. Neanche se si farà soffrire qualcuno.
Ora che la frittata è fatta si può rimediare? Senza Sironi è molto difficile che siano girati altri film di Montalbano, sebbene ci siano ancora due libri da usare. Anche se fosse, servirebbe qualcuno che inventi un finale alternativo sliding doors al posto di Camilleri, perché il romanzo postumo "Riccardino" chiude la storia del commissario ma era stato scritto molti anni fa ed è un esperimento metaletterario dove con il personaggio dialoga lo stesso autore. Nessuna notizia della liaison tra Salvo e Antonia pure in "Il cuoco di Alcyon", l'altro libro possibile futuro film. E Zingaretti non sembra favorevole a sostituirsi al maestro solo per riabilitare il presunto scivolone morale di Montalbano.
E vero, io non ho voluto vedere Salvo Montalbano spezzare il cuore una donna che lo amava da un quarto di secolo - perché la sua felicità conta di più. Ma non ce l’ho con Camilleri per averlo raccontato. Le cose vanno esattamente come è accaduto a Montalbano. Senza favolette né buonismo, senza giudizi. E' la differenza abissale tra un “racconta storie” e uno scrittore vero, che ha bisogno guardare nelle pieghe dell’umanità ed ha abbastanza fegato per descrivere quello che si ha trovato. Camilleri, ultranovantenne e vicino all’addio, ha narrato una storia antica come il mondo, feroce, inappellabile. Siamo egoisti, abbiamo paura della morte e del fallimento. Cerchiamo una ragione per dire che non è stato tutto inutile e vuoto. 
Nessuno sacrifica i propri desideri per salvare qualcun altro. Legami lunghi e solidi sono distrutti da un soffio di vento, l’importante è che sia caldo e inebriante. Non succede solo se si è molto fortunati. O se si è dalla parte giusta - la persona a cui è capitata la grazia dell'amore, non quella che ha subìto il dolore. Se siamo quelle persone, è meraviglioso e non pensiamo a nient'altro. Chi vuol esser lieto sia. 
Non è gratis, si paga carissimo, tutto - questo dev'essere chiaro. Quando la ruota gira, si passa dall'altra parte. Ma questo non è abbastanza per tirarsi indietro. Camilleri e il Montalbano innamorato confessano quello che non abbiamo il coraggio di dire nemmeno a noi stessi. Che finché quel momento di gloria dura, anche a costo di delitti e cadaveri, andremo fino in fondo e contro tutti, perché ne vale follemente la pena. 

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