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Blonde

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Nulla nuoce a un film quanto un’aspettativa delusa, ma nel caso di “Blonde” pensare di trovarsi davanti a un classico biopic con atmosfere hollywoodiane e glamour è persino fuori luogo, se si ricorda che il film di Andrew Dominik è tratto dall’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates, dove si fanno sconfinare i fatti documentati nelle teorie complottiste su Marilyn e con una buona dose di licenza poetica.

L'immensità

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Un campionario di solitudini e tutte le gradazioni d’infelicità che si possono provare in una famiglia. “L’immensità” di Emanuele Crialese è un’opera dolorosa ed emozionante, che forse non sarebbe così bello se non ci fossero Penelope Cruz intensissima e di una bellezza mozzafiato, e la sorprendente tredicenne Luana Giuliani.

Il signore delle formiche

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Questa mia recensione del film "Il signore delle formiche" di Gianni Amelio è stata pubblicata sul Quotidiano del Sud

I bambini uccisi dai genitori non esistono per nessuno

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Quando leggiamo di un padre o una madre che uccidono un figlio, se siamo genitori ci sentiamo angosciati. Non è solo sconcerto, non è dolore – questi sono sentimenti comprensibili: siamo sconcertati perché amiamo i nostri figli e ci domandiamo come possa accadere un orrore simile, è inspiegabile per noi; siamo addolorati perché non riusciamo a non pensare a quella sofferenza inflitta ai nostri figli, per un genitore i bambini sono estensione simbolica della propria prole e sentiamo sulla loro pelle ogni male che si faccia a un minore, in generale.

Black Phone

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“Black Phone” è un cult annunciato che non delude le attese. Rigorosamente per amanti del genere, dove si intende quello dei thriller con venature spaventose e in parallelo quello della letteratura horror. D’autore però, perché stiamo parlando di un regista come Scott Derrickson (“Doctor Strange”; “Sinister”) e uno scrittore come Joe Hill, mezzo pseudonimo del figlio di un certo signor Stephen King.

SuperNature

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Antipatico, grasso e cattivo. E schifosamente ricco. Nello spettacolo SuperNature di Ricky Gervais tutto è sgradevole, a partire da lui, che non fa nulla per rimediare, anzi. Lo stand-up del comico inglese su Netflix è un consapevole compendio di scorrettezze e carognate sotto l’onnipotente ombrello dell’ironia. Ma quando la tocca non certo piano su omosessualità, razzismo, pedofilia, sessismo Gervais non ha nessuna intenzione di giustificarsi.

Bang Bang Baby

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Riposto i miei pezzi sulla serie tv Amazon Bang Bang Baby , pubblicati sul Quotidiano del Sud Credit fotografico Amazon Prime