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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Parasite

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Scene di lotta di classe in una Corea del Sud surreale che, fino a poco più di un mese fa, all’epoca del trionfo agli Oscar di “Parasite”, sembrava narrata in futuro distopico. A vederlo oggi, in piena quarantena da Covid-19, questo film di Bong Joon-ho che merita tutti i premi guadagnati (i più importanti, oltre le quattro principali statuette dell’Academy, sono la Palma d’Oro, un Cesar, un Golden Globe e un David) appare un po’ meno fantascienza e ben più vicino a una contemporaneità da incubo in cui la vita è un incessante e spietato palio sociale tra gli esseri umani. Oggetto del desiderio non è la sopravvivenza tout court ma l’elevazione di status, lo scatto evolutivo di ceto e la conseguente esibizione di sfarzo come riconoscimento pubblico dello “strappo” evidente da quelli che restano giù, nei bassifondi.

Tutti e tutte un passo indietro

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Ieri è stato un 8 marzo senza tante mimose in giro e sui social. Meme e battutacce quasi zero, raduni di fanciulle festaiole (si spera) zero anche. Sarebbe stata forse la volta buona per parlare, fuori da consumismi, frasi celebri e auguri, del vero senso della Giornata internazionale della donna, ma purtroppo non ho letto quasi nulla sull’argomento – tranne le solite menate, fortunatamente più sporadiche degli scorsi anni, di pseudo femministe intrise di banalità, incazzature ipocrite e atti da sepolcri imbiancati.