Curon

Questo mio articolo sul debutto della serie tv Netflix "Curon", diretta da Fabio Mollo e Lyda Patitucci, è stato pubblicato sul Quotidiano del Sud 



Una donna torna nella sua terra d’origine e scompare misteriosamente, lasciando dietro sé segreti e verità inquietanti, che verranno indagati dai suoi due figli adolescenti. E’ l’unico frammento di sinossi che si conosce alla vigilia del debutto di “Curon”, la nuova serie Netflix che partirà il prossimo 10 giugno. Un progetto originale italiano di Indiana Production per il canale di streaming più visto al mondo e pronto ad approdare in tutti i paesi in cui è attivo il servizio, ma non solo. Italiano infatti, soprattutto perché lo è la località suggestiva in cui la storia, oltre che ambientata, è stata letteralmente costruita, la cittadina altoatesina di Curon Venosta, nota per il campanile che emerge dalle acque di un lago di montagna. A sottolineare l’importanza del genius loci in questa fiction è il regista Fabio Mollo, che ha diretto il lavoro insieme a Lyda Patitucci.
“E’ stato proprio il luogo – spiega Mollo – ad ispirare il team di autori, perché quest’immagine del campanile richiama l’animo umano, composto da una superficie che possiamo vedere ma anche da una parte sommersa, che teniamo celata. Esplorare quella zona fa paura, ma dimenticarne l’esistenza è inutile e prima o poi, come accade in questa storia, ciò che esiste nell’abisso esplode in modo pericoloso e terribile”.
Dalla punta dello Stivale al profondo Nord, il regista reggino si è detto visivamente molto colpito egli stesso da questo set naturale e definisce questa serie tv come “una sfida che coniuga il racconto intimo e il genere”. In questo senso “Curon” ha certamente punti di contatto con le precedenti opere di Mollo, dove il tema dell’identità e della ricerca personale – da “Il Sud è niente” a “Il padre d’Italia” - era forte, così come lo si ritrova pure in questa fiction grazie al filo conduttore delle vicende dei protagonisti (Anna e i figli gemelli) e alle connessioni con le storie nascoste nelle pieghe dell’apparente tranquillità di Curon. Ma l’impronta forte resta quella del supernatural drama: tanto thriller, mistero e brividi in un crescendo di sette episodi. Un’operazione non semplice – il genere innestato su uno spunto di introspezione - nel soggetto di Ezio Abbate, headwriter insieme al gruppo di autori composto da Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano. Continua Mollo: “Abbiamo lavorato tanto e bene in una bellissima squadra, mettendo massimo impegno e cura… potrei dire che l’orchestra ha suonato alla perfezione e spero che il risultato finale piaccia molto agli spettatori”. Molto importante per il cineasta calabrese è anche l’esperienza nel settore della serialità, e in un gruppo come Netflix: “Siamo stati seguiti con grande professionalità, Netflix è il mezzo migliore oggi per far arrivare la storia a moltissime persone, inoltre trovo molto fertile la struttura delle serie televisive”. Questo lavoro rappresenta per Mollo “un momento di evoluzione della mia carriera, pur senza interrompere la continuità con i tipi di storie che mi interessa raccontare”.

Il regista si dice soddisfatto anche degli attori, tra cui i giovani Margherita Monorchio e Federico Russo (già veterano della fiction grazie ai “Cesaroni”). Proprio perché al centro della storia ci sono due adolescenti, la serie si inserisce anche nel target teen, e per preparare i ragazzi, Mollo ha organizzato un addestramento... in palestra. Non è una metafora: “E’ stato un vero e proprio allenamento, molto fisico, di recitazione e sono fiero di come siamo riusciti ad amalgamare attori di età e caratteristiche diverse”. Nel cast, tra gli altri, anche Valeria Bilello, Anna Ferzetti, Luca Castellano e Luca Lionello, amico e conterraneo del regista reggino.

Dire di più sarebbe spoiler, peccato numero uno per le serie tv. Non resta che aspettare la prima puntata, chiedendo a Fabio Mollo un piccolo spot promozionale. Perché “Curon” è da vedere? “Perché è una storia che emoziona, nello stesso tempo eccezionale e universale, capace di farci riflettere sugli aspetti oscuri del nostro essere, con i quali nella vita arriva sempre il momento di fare i conti e avere il coraggio di scrutare nel profondo”.

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