Le pancine d'amore








Questa mia intervista a Vincenzo Maisto, alias il Signor Distruggere, è stata pubblicata sul Quotidiano del Sud

Una risata seppellirà il patriarcato. No, non è così semplice, la satira però aiuta. Come nel caso delle famigerate mamme pancine, che sul blog e i social del dissacrante Signor Distruggere, maestro di humour nero, sono bersagliate d’ironia al vetriolo dai commentatori, scioccati testimoni infiltrati nel mondo di queste donnine con l’unica aspirazione di matrimonio e maternità. Distruggere (alias “la Malvagità ha un nome”), è Vincenzo Maisto e le aveva scoperte con un articolo premiato ai Macchianera Awards. Da allora sono diventate il trend più seguito sulle pagine del caustico blogger, ospite del festival letterario Ormeggi a Lamezia per parlare del suo libro “Le pancine d’amore”, edito da Rizzoli. In questo universo parallelo di mogli votate al dovere coniugale, mariti sessuomani e viziati e bizzarrie varie, i follower esperti (quasi 600.000 su Instagram) hanno acquisito pure un glossario specializzato. Dove ci sono le borse Livorno sfoggiate dalle faciline (svergognate single che vivono storie sentimentali senza la fede al dito), la gioia spruzzante di orgasmi rigorosamente maschili, i riti di petalogia e le nauseabonde torte celebrative del menarca. Il tutto all’insegna del sessismo più degradante, condiviso in chat sgrammaticate con commenti ai confini della realtà.

Maisto, tragicomicità a parte, c’è da inorridire per questa rappresentazione di una comunità di donne programmate per essere mogli e madri in unioni finalizzate al solo status coniugale. Pare un racconto distopico. Le pancine non guardano la tv, non leggono i giornali. Come fanno a ignorare il mondo vero - bastardo ma non così arcaico? Davvero esistono nella vita reale fuori dai social, qui in mezzo a noi?

«La Lega con Pillon sarebbe al 20% se non esistessero? Il patriarcato in Italia esiste ed è una piaga da sempre. C’è un’incidenza inferiore nelle metropoli, questo sicuramente, ma per quanto il fenomeno possa essere sui social ingigantito dai troll le “mamme pancine” e i “mariti pancini” esistono».

Le pancine sanno della sua esistenza e stanno in guardia contro le spie nelle chat. Come fa a restare in questi gruppi chiusissimi senza farsi bannare?

«Io non sono mai stato in nessuno dei gruppi, c’è chi dall’interno fa uscire i post. In gruppi con oltre 10.000 iscritte, dove la maggioranza neanche partecipa alle discussioni, è impossibile per chi li amministra capire chi sta lì solo per divulgare all’esterno. Ovviamente sanno della mia esistenza e con gli anni il materiale è meno frequente, perché viene fatta già da loro una selezione sul cosa pubblicare».

Nel microcosmo delle pancine c’è mutua solidarietà. Basta essere madri per far parte di un cerchio magico di gentilezza e convenevoli. Ma queste signore riescono a mostrare anche cattiveria da brividi. Che personaggio è la pancina-tipo?

«Tra le pancine una donna progressista e indipendente viene indicata come una “facile”, una “ruba mariti”. Il loro piccolo mondo tutela soltanto se stesse dagli attacchi, le volgarità e la cattiveria. Ovviamente di base c’è l’ignoranza, cosa che non dipende dal reddito, ma dal contesto socio-culturale che le circonda. In molte delle loro storie si parla di case di proprietà, negozi, vacanze, non è gente che vive sotto a un ponte».

Spesso lei è attaccato per le sue opinioni dirette e mai conformiste sui fatti di attualità. Che rapporto ha con gli hater? Le capita di ricevere offese tali da dover reagire con denunce o segnalazioni?

«Continuamente. Per fortuna le querele sono gratis e nel peggiore dei casi me le archiviano. Lì poi, se non vedo alcun cenno di scuse, procedo con azioni civili, che a differenza delle querele non possono essere archiviate e i risarcimenti possono raggiungere cifre importanti. Scene di pianto e pentimento ne ho viste parecchie. Ma le persone devono imparare a usare la bocca ed esprimere le proprie opinioni senza offendere».

Crede possibile che qualche pancina un giorno si svegli e sobilli la rivolta contro Sabrina e la bellissima Debora? Riusciremo mai a liberarci di loro?

«Il gruppo di Sabrina e Debora è uno dei tanti, sicuramente quello all’interno del quale ci sono più talpe. Le pancine che si “svegliano” vengono bannate, perché considerate miscredenti. Funziona come nelle sette. Non credo che il fenomeno finirà mai, ma io ho limitato l’argomento nei miei spazi. Si parla dei mariti il lunedì e delle pancine il venerdì, gli altri giorni mi piace parlare di tutt’altro. Il libro è del 2018, oggi mi dedico ad altro anche sul piano letterario».

Come in una serie tv di successo che inizia a star stretta all’attore protagonista, non solo pancine, dunque. Ma anche recensioni distruttive, interviste malefiche, lettere dal Medioevo e terribili romanzi a puntate che persino un editore a pagamento cestinerebbe senza pietà. Nel frattempo però le grottesche mammine sono diventate oggetto di studio nel saggio “Pancine fantastiche” di Cristiana Boido. 


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